Annamaria Rivera, già lungamente docente di Etnologia e Antropologia sociale nell’Università di Bari, è antropologa, saggista, scrittrice, attivista. Ha collaborato o collabora tuttora con testate quali “La Gazzetta del Mezzogiorno”, “il manifesto”, “Liberazione”, “MicroMega”, “Comune-info”, nonché con svariate riviste scientifiche.
Dirige la serie di studi e ricerche “Antropo-logiche”, dell’editore Dedalo, per la quale ha tradotto o co-tradotto, curato e introdotto le edizioni italiane di opere d’importanti autori francesi.
In collaborazione con il COSPE-Onlus, ha redatto studi sulla discriminazione, la violenza razzista e l’antisemitismo in Italia, richiesti dall’EUMC (European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia). Ha, inoltre, collaborato con i libri bianchi “Cronache di ordinario razzismo”, promossi dall’associazione Lunaria.
Insieme con Dino Frisullo, è stata portavoce della Rete nazionale antirazzista, un ampio cartello di associazioni di volontariato, organizzazioni sindacali e gruppi locali, attivo nella seconda metà degli anni ’90.
Di formazione demartiniana, è autrice, fra l’altro, del volume Il mago, il santo, la morte, la festa. Forme religiose nella cultura popolare (Dedalo, Bari 1988) che deve l’ispirazione all’opera, per l’appunto, di Ernesto de Martino. E fa parte, da lungo tempo e tuttora, del Comitato scientifico dell’Istituto “Ernesto de Martino”.
Da quasi un trentennio privilegia lo studio e la ricerca intorno alle strutture, ai dispositivi e alle pratiche dell’etnocentrismo, della xenofobia e del razzismo nonché dei nessi fra quest’ultimo, il sessismo e lo specismo, ma senza trascurare altri temi, quali la transizione tunisina e il rapporto tra umani e non umani.